Omelia in occasione del passaggio a Terminillo della statua della Madonna di Loreto

Lunedì della quarta domenica di Quaresima (Is 65, 17-21; Sl 30; Gv 4,43b-54)
15-03-2021

Così dice il Signore: io creo nuovi cieli e nuova terra, non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre, di quello che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia e il suo popolo per il gaudio”. Non ingannino le parole del grande Isaia. In realtà sta parlando di Gerusalemme che è ancora una landa desolata. Ciò non impedisce tuttavia di inoltrarsi oltre il presente e ben al di là del principio di realtà. Ciò che lascia intendere la profezia è la capacità di immaginare il futuro mentre stiamo ancora immersi nel presente. Peggio ancora lasciarsi circoscrivere tutto nel passato. E’ una questione calda anche oggi per noi in piena pandemia.

Ma come immaginare il futuro? Il brano evangelico ci offre almeno tre spunti.

Il primo è che per immaginare il futuro occorre prendere le distanze dai pregiudizi inveterati e riprodurre semplicemente l’esistente. Come fanno quelli di Nazareth con il loro illustre concittadino.

Il secondo è puntare ad altri interlocutori e non lasciarsi immobilizzare da quelli soltanto del proprio ambito di pertinenza. Aprirsi a chi, come il funzionario del re, esprime una cultura diversa, ma i medesimi bisogni, come la guarigione del figlio malato, ci fa comprendere quale debba essere la strada da percorrere insieme. Ciò che conta è superare schemi ideologici e anche interessi di parte e aprirsi ad una nuova visione della realtà.

Il terzo è far leva su una dimensione diversa rispetto alla semplice dimensione fisica. Il funzionario pensa che l’azione di Gesù possa essere efficace soltanto in presenza. Mentre la sua parola è efficace a distanza. Ciò indica un’altra dimensione che è quella spirituale che allarga lo spettro delle possibilità.

Il volo della casa di Maria a Loreto è stato un modo per allargare gli orizzonti e per creare una relazione con terre lontane e sconosciute. L’augurio e che ancora oggi si continui a percorrere questa strada e faccia della dimensione spirituale l’elemento di contiguità per tutte le differenze che esistono. Tutto ciò che sale converge. Anche la fede che è oggi in mezzo a nuove forme di divisioni geopolitiche la condizione per evitare di chiudersi e per aprirsi a tutti, senza separazione e senza confusione.