Come gli uccelli del cielo

Introduzione all’Incontro pastorale 2020
05-09-2020

Se ci avessero detto che incontrarsi sarebbe diventata un’impresa non ci avremmo creduto. Ciò nonostante, questa crisi – che è poi solo l’ennesima – non può disorientarci. Occorre re-agire senza ansia e senza superficialità, piuttosto con leggerezza e lucidità. Perché, alla fine,  “c’è sempre una vita di uscita, … possiamo sempre cambiare rotta, … possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi” (LS, 61).

Nell’opera teatrale di B. Brecht: “Galileo” (1938), il protagonista ripete ossessivamente: “Io vi prego, guardate!”. L’Incontro pastorale è provare a “guardare” alla realtà. Non ancora agire, ma capire che cosa sta succedendo. Non solo all’interno della società, ma anche dentro la chiesa. E, nello specifico, che significa – in mutate condizioni – evangelizzare, celebrare la liturgia, fare la carità? Per andare al sodo: come fare a mantenere le relazioni se bisogna mantenere la distanza fisica? E come celebrare la fede se permane la paura e non ci si sente più riconosciuti? E come venire incontro a chi ha bisogno e non lo dice per pudore? Oggi e domani vorremmo concederci il privilegio di “guardare”, cioè di ascoltare, di pensare, di riflettere. Lo facciamo, a dire il vero, ogni anno in questo appuntamento settembrino, ma è ancor più urgente stavolta. Dopo la fase zonale di domani e l’appuntamento conclusivo della Dedicazione della Cattedrale, ogni parrocchia deve promuovere un incontro con i collaboratori e… la gente di buona volontà per ragionare insieme e programmare. Solo così la legge di gravità del “si è sempre fatto così”, potrà essere evitata.  E si riprenderà a volare in alto.

Buon volo! mi verrebbe da dire pensando a questo esercizio di discernimento così necessario e insieme così esigente. Dobbiamo essere “come gli uccelli del cielo”, cioè leggeri e non appesantiti dalle solite ‘retoriche’ del fallimento; capaci di uno sguardo integrale e non schiacciati solo su visuali anguste che spesso coincidono con i soli praticanti; con una apertura del cuore che è propria di chi non si lascia chiudere mai l’orizzonte, ma sa ritrovarlo, grazie a Gesù Cristo. Come confidava alle giovani di Azione Cattolica don Lorenzo Chiarinelli: “Ti spaventi? Ti sembra impossibile realizzare gli ideali che abbiamo accennato? Forse già pensi che è… una illusione? No! Non arrenderti! Abbi fiducia! (…). ‘Costruite le vostre case sui fianchi del Vesuvio’, si potrebbe ripetere con Nietzsche ai cristiani di oggi, per significare la necessità di vivere pericolosamente e non perdersi di coraggio e osare tutto.  Perché? (…) Il Verbo di Dio, immagine e splendore del Padre, si è fatta carne: è divenuto Via, Verità e Vita per noi” (L. Chiarinelli, A tu per tu con Lui!, Rieti 1962).