Sant’Andrea Apostolo in Capradosso di Petrella Salto

Sant'Andrea Apostolo in Capradosso di Petrella Salto
80010290577
Parrocchia
Capradosso di Petrella Salto
Petrella Salto
02025
Lazio
Italia

Parrocchia canonicamente costituita il 1° settembre 1986. Riconosciuta civilmente il 7 ottobre 1986. Iscritta nel Registro delle persone giuridiche della Prefettura di Rieti l’8 maggio 1989 – n. 58.

Santo Patrono: Natività della Beata Vergine Maria e Sant’Antonio.
Festa patronale: Ultimo sabato e domenica di agosto.
Altre feste

Capradosso:

  • San Mauro (gennaio);
    – Madonna del Rosario (1° domenica di ottobre).

Staffoli:

  • Beata Vergine della Quercia (3° sabato e domenica di agosto);
  • Sant’Antonio da Padova (3° sabato e domenica di agosto).

Opere parrocchiali:

Casa canonica.

Organismi e attività pastorali:

  • Comitato parrocchiale.

Centri pastorali:

  • Staffoli.

Chiese ed Oratori:

  • Sant’Andrea Apostolo (parrocchiale);
  • Santa Maria a Capradosso;
  • San Mauro a Capradosso – località Piane;
  • San Michele Arcangelo a Staffoli – non usata;
  • San Giovanni a Staffoli;
  • Santa Maria della Quercia a Staffoli;
  • Oratorio dell’Immacolata (Privato Famamiglia Pietrangeli) al Bivio di Staffoli;
  • Chiesa di Santa Maria Scontia (Privata famiglia Donati) al Bivio di Staffoli;
  • Cappelle ai cimiteri di: Capradosso; Staffoli; Cerreta.

Al Museo Diocesano
Presso il Museo Diocesano è custodita la Croce processionale del XIV° secolo, in lamina d’argento dorato lavorata a sbalzo, della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea di Capradosso.

Nota storica
L’abitato di Capradosso fu ricostruito al tempo dell’incastellamento sul sito dell’antica Cliternia, centro equicolo di cui il territorio restituisce notevoli testimonianze archeologiche. Scrive Plinio: «Cliternini populi in ora Aequicolanorum…» (Lib. Ili, c. 2, Descriptio Reg. IV Italiae). La fiorente città di Cliternia fu distrutta dai barbari. Durante l’invasione saracena del secolo IX, i superstiti della regione si rifugiarono sui monti in Piscinola (vicino all’attuale paese di Staffoli) e a Rasina (sul lago Racino), paesi abitati fino al secolo XVII (cfr. MAGINI GIOV. ANTONIO, Italia, Abruzzo Citerione et ultra, Bononiae 1620). Scacciati i Saraceni dall’Italia nel 916, parte degli abitanti ridiscese dai monti e si fabbricò le case in luoghi inaccessibili. I Cliternini fecero ritorno dove sorgeva un tempo la loro città, scegliendo un cocuzzolo accessibile solo da est e da ovest che chiamarono Carpedosso (cfr. Bolla di Papa Bonifacio IX del 27 novembre 1393, dove è scritto: «Nobilem et honorificam feudum castrum Capradossi alias Carpadossi…»). L’importanza archeologica del luogo si rileva dal rinvenimento di avanzi di antichissimi monumenti pagani:

  • Entro il cimitero comunale sono visibili enormi parallelepipedi sui quali poggia la millenaria chiesa;
  • Nella facciata del settecentesco campanile del paese, è murato il cippo funerario di Tito Sellucio Certo, lodato dall’epigrafista perché morì all’età di 87 anni;
  • Nella chiesa rurale di S. Mauro, come coperchio di un sepolcro c’è una lastra di pietra con la figura di una vittoria alata; proviene forse da qualche tempio esistente nella zona vicina;
  • Sotto il fornice della porta principale del paese, si trova un leone in pietra di forme rudimentali; forse l’emblema dell’antica città, tanto è vero che, fino a pochi anni addietro, anche il timbro parrocchiale aveva un leone coronato.

Vi sono pure interessanti ricordi cristiani medioevali:

  • La chiesa di San Mauro conserva affreschi trecenteschi;
  • La chiesa di Santa Maria (detta di S. Antonio) è anch’essa abbellita da ben conservati affreschi del secolo XIV.

Nel territorio di Capradosso vi è la grotta di S. Nicola, istoriata da affreschi votivi di scuola abruzzese del tardo Duecento. Nel 1316 fu terra dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore, fu unita a Cittaducale nel 1338 e concesso ai Mareri nel 1393 rimanendo nel loro possesso fino alla prima metà del ’500, periodo in cui Capradosso passò ai Colonna e subì la sorte di questo feudo fino a che nel 1810 fece parte del distretto di Cittaducale e nel 1812 del circondario di Mercato, più tardi di Fiamignano. È tradizione che il nome sia deformazione di caprad’oro, nome derivato da una leggendaria capra d’oro che si diceva esistesse sulla cima della rocca. Con Decreto Vescovile del 1986 la parrocchia di San Michele Arcangelo di Staffoli è stata soppressa ed incorporata nella parrocchia di Capradosso.