Uno sguardo diverso

Con sempre maggiore insistenza, si sente parlare delle conseguenze economiche di questa epidemia.

Monsignon Pompili si è voluto soffermare su questa percezione molto diffusa, che porta addirittura a pensare che «la crisi economica sarà peggiore di quella sanitaria»

«Nella speranza che la curva dei contagi anche in questa seconda fase scenda, va detto per onestà che il Covid non ha provocato, ma semmai rivelato le insufficienze di un modello economico già in crisi almeno dal 2008. Un modello detto liberista, ma non ha nulla a che vedere con la libertà, di cui è una caricatura: fa infatti crescere la ricchezza in termini assoluti, per poi ridistribuirla in modo diseguale, creando così un fossato crescente tra ricchi e poveri».

«I principi base che regolano il liberismo sono almeno tre: il primo sostiene che l’uomo più che un animale sociale sia piuttosto un animale economico, per il quale gli altri sono solo dei potenziali concorrenti da eliminare. Come in una sorta di attualizzazione del vecchio adagio homo homini lupus, secondo cui ciascuno è un lupo per l’altro uomo, come a dire che in pratica siamo tutti in guerra tra noi».

«Il secondo principio – ha proseguito il vescovo Domenico – è quello cosiddetto della mano invisibile, per il quale il meccanismo del libero mercato aumenterebbe le opportunità per tutti, come una marea che solleva tutte insieme le barche. In realtà, a ben guardare, la marea solleva solo gli yacht, o meglio solo alcune categorie, e questo spiega la crescente diseguaglianza che si è prodotta anche nel nostro Paese, negli ultimi quarant’anni».

L’ultimo principio, «è quello non detto che tra economia ed etica non c’è nessuna possibilità di dialogo. L’etica ha a che fare con i valori, l’economia con i mezzi, e perciò non possono essere assolutamente messe in comunicazione: ne consegue che la scienza economica è per definizione insindacabile e talvolta perfino incomprensibile. Ma poi, sappiamo bene come vanno le cose. Una delle vicende più tristi di questo periodo è stato il constatare, soprattutto nella fase iniziale, che a un certo momento si è dovuto scegliere chi intubare e chi no, in base all’età o alla salute: un risvolto drammatico che ci dice come una società che non sa mettere al primo posto il rispetto della persona per ragioni di ordine economico rischi poi di rivelare tutto il suo volto disumano».

Occorre dunque ragionare attentamente sulla crisi che arriverà.

«Evitando però di alimentare la stessa logica che fin qui è sembrata vincente, ed aprendoci ad un’altra prospettiva: quella che ad esempio si ricava dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, che proprio il prossimo 24 maggio segnerà il quinto anniversario dalla pubblicazione: ne riparleremo certamente, perchè è importante recuperare questo sguardo diverso verso la casa comune».