Tre parole per l’anno nuovo: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica

Tre condizioni per ottenere la pace cui tende il cuore di ciascuno quando ci si trova sulla soglia del nuovo anno. Sono quelle indicate dal vescovo Domenico in occasione della recita del Te Deum in Cattedrale, traendole dal Messaggio di papa Francesco per la cinquantatreesima Giornata Mondiale Della Pace, poi consegnato al sindaco Antonio Ciccetti.

Un cammino di speranza, quello della pace, che non può che partire dal Dialogo, cioè «dal contrario del pregiudizio, che porta inevitabilmente allo scontro». Compreso – ha sottolineato il vescovo – quello tra le civiltà, del quale si parla da decenni: una realtà tutt’altro che inevitabile se non si rinuncia al dialogo tra culture diverse. Una condizione che si trova sempre a portata di mano, se è stata possibile «perfino nel buio del medioevo, nonostante le guerre e le crociate». Tanto che l’Occidente ha ritrovato il pensiero di Aristotele proprio nel medioevo, «grazie a esponenti di spicco della cultura musulmana».

La seconda parola chiave per tendere alla pace proposta dal vescovo è la Riconciliazione, cioè «la capacità di ritrovare l’elemento comune della fratellanza». Un sentimento, che per i credenti «nasce dal sentirsi figli di Dio».

Infine la terza indicazione è alla Conversione ecologica, di fronte «alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali».

«La pace cresce su queste tre condizioni, ma tutte e tre si alimentano alla speranza che per noi cristiani ha il nome di Gesù Cristo, inizio e fine di tutte le cose», ha concluso il vescovo: «non a caso questa sera, prima di fare il conto alla rovescia per il nuovo anno, ci siamo ritrovati in Cattedrale per invocarne lo Spirito, affinché guidi i nostri passi verso la pace, nonostante gli ostacoli e gli inconvenienti che troveremo sulle nostre strade anche il prossimo anno».