Tanti fedeli in Sant’Agostino per l’inizio del Giugno Antoniano

Alle diciotto in punto i colpi oscuri e il suono delle campane danno il segnale alla città: sant’Antonio è esposto!

Tutto secondo tradizione, almeno in questo aspetto, pur se è, per il secondo anno consecutivo, la basilica di Sant’Agostino a surrogare la tradizionale sede dei festeggiamenti antoniani. Ma è un “sacrificio” più che accettabile, quello di rinunciare per qualche anno a San Francesco, che nel frattempo finalmente sta vedendo i restauratori all’opera per restituirla nel pieno della sua bellezza e funzionalità.

Dopo la pausa dello scorso anno, quando la statua del santo taumaturgo era stata esposta priva degli ori, con il nudo saio francescano, al lato del transetto, quest’anno essa è tornata sulla sua macchina processionale e addobbata con una parte degli ex voto. Si è voluto collocarla al centro, pronta per essere trasportata sul veicolo che la condurrà a “visitare”, domenica prossima, i quartieri nuovi della città, secondo la proposta che il prefetto Capo ha voluto suggerire alla Pia Unione.

La folla di devoti, già in fila da un bel po’ davanti alla basilica di piazza Mazzini, sciama ben presto nella navata per il primo saluto all’amato santo. E il Giugno Antoniano prende così il via, con il Vespro presieduto da padre Luigi Faraglia e animato dalle suore francescane di Santa Filippa Mareri.

Quindi la prima Messa, presieduta da padre Marcello Bonforte, affiancato da padre Luigi e fra Fabio (i tre francescani della fraternità minoritica che curano la cappellania della Pia Unione Sant’Antonio) e animata dai canti del coro francescano Valle Santa.

Al termine si sfila dinanzi all’altare, per un saluto, rigorosamente distanziati, all’effigie di colui che – aveva detto padre Marcello nell’omelia, rifacendosi al Vangelo della liturgia domenicale – è stato davvero un esempio di chi sa farsi “piccolo seme” del Regno di Dio.