Santo Stefano, il primo martire cristiano

La festa di Santo Stefano segue immediatamente la memoria della nascita di Cristo. La Parola che si è fatta carne, la luce che è venuta nel mondo trova in lui la testimonianza del discepolo che assomiglia al suo Maestro, del servo che assomiglia al suo Signore.

La testimonianza di Stefano non è altro che la vita di Cristo che continua nella vita della chiesa. Stefano ripercorre la Passione di Cristo, è associato alla sua morte per diventare partecipe della sua Risurrezione. Viene lapidato, subisce la morte dei peccatori, ma vive tutto questo affidando la sua vita al Signore con le parole del Salmo : Nelle tue mani, Signore, depongo il mio spirito. (Sal 31,6). E ancora trova la forza di chiedere perdono anche per i suoi uccisori: «Signore, non imputare loro questo peccato» (At 7,60).

L’amore di Dio, che lo Spirito santo ha riversato nel cuore di Stefano, lo ha condotto a quell’amore per nemici e persecutori che rende possibile anche quanto a noi sembra impossibile.
Come Gesù, Stefano sarà accusato di aver offeso il Tempio e la Legge di Mosè. E Stefano è anche colui che, proprio perché guarda al suo Signore, riceve la luce della trasfigurazione che rende luminoso il suo volto: Videro il suo volto come quello di un angelo (At 6,15).

Il Signore Gesù era stato rifiutato e messo a morte proprio da quei membri del sinedrio che ora ascoltano Stefano. Ed è un appello alla conversione che Stefano rivolge loro.

Ma anche Stefano viene rifiutato e condannato ed è allora che egli vede un’apertura nei cieli dove il Cristo sta in piedi come Colui che intercede, Colui che viene in aiuto. Né persecuzione, né morte possono separare Stefano dall’amore di Cristo.

Al martirio di Stefano partecipa un giovane fariseo di nome Saulo, che diverrà il grande apostolo Paolo. Forse proprio il vedere dal vivo un discepolo che riviveva la Passione del suo Signore ha cominciato ad aprire un varco nel pensare e nel sentire di Saulo.

Stefano è primo compagno a quanti sono condotti a offrire in modo violento la vita a causa del Nome di Gesù e anche di quanti seguono le tracce di Cristo, attratti dalla sua vita e dal suo Vangelo. Quanti cercano di vivere nei loro giorni di quell’amore, in quell’amore, che il Signore ci ha fatto e ci fa conoscere.

 

Padre Ezio Casella, direttore Ufficio Liturgico Diocesano

Immagine: Annibale Carracci, “Martirio di Santo Stefano”, 1603-04, Museo del Louvre di Parigi.