Santa per grazia di Cristo

La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica.

«Ma è santa veramente?», si interroga il vescovo Domenico. «La domanda non è polemica, considerato che sin dal IV secolo è ricorrente l’espressione della Chiesa come casta meretrix, cioè “santa e peccatrice” o, come dicono altri, “santa e composta da peccatori”».

«Nell’utilizzo di questa espressione di sant’Ambrogio, nel suo commento al Vangelo secondo Luca, libro III, par. 23, ci si è divisi di frequente nel post-Concilio. Per alcuni essa è la prova di come la Chiesa sia peccatrice e debba continuamente riformarsi e chiedere perdono per le colpe dei suoi membri. Per altri, la parola meretrix, alludendo al mestiere più vecchio del mondo sarebbe riferito a Rahab e vorrebbe dire solo che la Chiesa come una donna di malaffare deve essere aperta a tutti ed essere capace di non rifiutare nessuno. In questo senso sarebbe… doppiamente santa».

«Sia quel che sia: non vi è dubbio che la Chiesa già sulla terra è adornata di una santità vera, anche se imperfetta», ha proseguito monsignor Pompili.

«Ciò sta a dire due cose: per un verso la Chiesa è santa perché ciò che la fonda e la invia nel mondo è soltanto la grazia di Cristo, senza della quale la Chiesa non sarebbe arrivata a noi oggi, sostanzialmente intatta nella sua esperienza. Caso forse unico di una realtà che nel corso del tempo si è conservata coerente con la sua originaria fisionomia, come annota il Concilio Vaticano II: ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Dall’altra, vuol dire riconoscere come fece per la prima volta sam Giovanni Paolo II nel Giubileo del duemila, che la Chiesa è al suo interno composta da peccatori e che molteplici sono i peccati che hanno funestato il suo percorso, facendola divaricare rispetto alla purezza del Vangelo».

«Santa è la Chiesa nel senso sopradetto e chi è santo se ne accorge e resta a bocca aperta. Come si ricava dalle parole di una giovane claustrale, patrona delle Missioni: Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile non le mancava: capii che la Chiesa aveva un Cuore e che questo Cuore era acceso d’Amore. Capii che solo l’Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l’Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue…Capii che l’Amore racchiudeva tutte le Vocazioni, che l’Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi! Insomma che è Eterno!»