Saluto di mons.Domenico Pompili alle autorità civili nel giorno della sua ordinazione episcopale

On.le Signor Sindaco e Autorità presenti,

sono grato per questa accoglienza davanti al Palazzo Comunale che rappresenta il luogo delle decisioni possibili per il bene di tutti.

Questo stare sulla soglia dice pure del rapporto tra il Governo politico e la Comunità ecclesiale. Significa una vicinanza che non può essere confusione, ma suggerisce pure una unità di intenti, che va al di là della formalità. Siamo tutti sulla stessa barca, credenti e non credenti, laici e cattolici, e oggi più che mai è richiesta una coesione e una convergenza senza delle quali non si va da nessuna parte.

Non conosco la Città. Ma non sarà difficile entrarvi considerata la sua bellezza e la sua vivibilità. So che, come dice il suo nome, è antica, addirittura “madre di Roma” e, dunque, con una storia importante che non può essere sottovalutata, soprattutto oggi nell’era della dimenticanza. Ma – come suggeriscono i cantieri del Plus ancora in fermento – non ci si può fermare alla memoria senza uno sguardo in avanti. E qui immagino le fatiche e le ansie che prendono il sopravvento dentro una crisi economica che non smette di essere aggressiva e lascia languire tante possibili idee di crescita.

Come vescovo mi impegno ad ascoltare e condividere tutti gli sforzi indirizzati al bene comune e garantisco una leale collaborazione perché la comunità cristiana dia il suo apporto per uno sviluppo che sappia coniugare insieme rispetto dell’ambiente e mercato del lavoro, portando a sistema le peculiarità di questo territorio: la natura, le acque, il percorso francescano, l’arte, l’agricoltura e perché no la tecnologia, che proprio da qui nei primi anni ’70 aveva iniziato a far sentire le sue irresistibili possibilità.

Una questione mi ha colpito sin dall’inizio ed è la capacità della Città di tenere il collegamento con il resto del Paese, valorizzando la vicinanza alla Capitale non come una minaccia, ma come una promessa. Sviluppo significa facilità delle comunicazioni e infrastrutture agili che rendano accessibile e fruibile questo scrigno di storia e di risorse naturali.

Da ultimo, vorrei far riferimento al Sindaco De Juliis, cui è intitolata la strada che apre sul nuovo sviluppo edilizio della Città. E’ sepolto nel mio paese di Acuto. Sono stato a trovarlo più di una volta dopo la mia elezione. E ho pregato che la stagione promettente che lo vide al centro della crescita e dello sviluppo del territorio reatino possa tornare. Non esistono soluzioni miracolistiche e neanche effetti speciali. Ma c’è una risorsa che vale più di ogni altra ed è la qualità umana dei nostri governanti. E’ a voi: ai Sindaci e Consiglieri comunali, alle Autorità civili e militari di ogni ordine e grado, a voi che reggete le sorti dei tanti Comuni che appartengono alla nostra Diocesi; è a Voi che compete di dare le ali a questo sogno che sono certo è ancora vivo dentro il cuore di tanti, nonostante sfiducia e rassegnazione.

Non solo i credenti, ma tutte le donne e gli uomini di buona volontà vi staranno accanto, specie quando sarà più dura la realtà. Questa, infatti, si lascia sempre trasformare grazie a chi antepone al proprio bene quello di tutti.

Grazie.