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Pompili: «Il presepe non offende, né oppone le identità. Indica il mistero che si rinnova»

«Da qualche anno a questa parte a Natale si scatena un singolare conflitto. Ci sono da un lato i pasdaran del proibizionismo, quelli che emanano perfino circolari nelle scuole perché si eviti la rappresentazione del presepe, che urterebbe la sensibilità di qualcuno e dall’altro; e dall’altra, quasi per reazione, ci sono i pasdaran del fondamentalismo quelli che vorrebbero fare del presepe una sorta di identità di una parte del mondo contro un’altra parte. Entrambe queste posizioni sono molto lontane dal presepe, anzi dal mistero del Natale, perché il Natale visto per quello che è non urta sicuramente la sensibilità di nessuno, né può essere utilizzato come una clava contro qualcun altro. Vogliamo allora ritornare al punto, al Natale, qui a Greccio dove san Francesco ne ebbe una sorta di intuizione particolare. E vogliamo farlo seguendo il suo stile che è fatto di silenzio di attesa e di docilità a quello che la parola sta per consegnarci. Disponiamoci pertanto a vivere questo mistero che si rinnova per la vita di ciascuno di noi».