Ricco programma per il centenario dell’Azione Cattolica

“Siamo Ac.Cento”: un bel gioco di parole e un marchio d’autore sono i primi due elementi caratteristici dell’importante anniversario che l’Azione Cattolica diocesana si prepara a vivere. 100 sono infatti gli anni di attività che festeggia l’associazione, anche se non mancano carte che documentano una precedente presenza dell’aggregazione a Rieti. In ogni caso si tratta di una storia di azione e passione, riprendendo le parole rivolte all’Ac da papa Francesco, risuonate nel video che ha aperto la conferenza stampa di presentazione.

La Sala degli Stemmi di Palazzo Papale ha accolto ieri mattina associati e stampa per presentare le iniziative pensate per l’occasione. Prima delle parole è stato riprodotto un breve video, nel quale si incorniciano immagini e suggestioni il cammino associativo locale tra le parole di due papi: apre il “discorso della luna” di Giovanni XXIII nell’ottobre 1962 all’apertura del Concilio; chiude il discorso con cui Bergoglio si rivolse si rivolse ai soci nell’aprile 2017 per il 150° dell’Azione Cattolica Italiana.

Da un secolo e mezzo nel Paese, da un secolo a degli Rieti: il centenario che fa riferimento a una data simbolica: quella del 13 luglio 1921, in cui venne fondato il circolo di Gioventù femminile nell’allora parrocchia di Sant’Eusanio. La data da anni viene festeggiata come “compleanno” dell’Ac reatina, ma in conferenza stampa l’ex presidente diocesano Alessio Valloni ha documentato la precede esistenza di nuclei di Azione Cattolica in città. Una presenza fatta di impegno, formazione e apostolato, e di un continuo passaggio generazionale.

Doveroso, ha detto l’attuale presidente diocesana Fausta Tasselli, ringraziare chi nel passato ha raccolto quelle sfide, sfide «che oggi toccano a noi». Tali sfide, ha rilevato il vescovo Domenico Pompili (ricordando anche le sue esperienze personali vissute in Ac prima da associato e poi da sacerdote assistente), fanno leva in particolare su tre accentuazioni: «il protagonismo laicale, assumendosi in prima persona la responsabilità; la dimensione comunitaria, che ne fa un’esperienza oggi particolarmente importante; l’apertura alla dimensione sociale e politica, che aiuta le persone a non restare chiuse solo nel contesto intraecclesiale».

Le iniziative del centenario, allora, non intendono valere come una autocelebrazione, ma come un modo per «rileggere la nostra storia e il significato che ha avuto nel contesto civile ed ecclesiale locale», per viverla «nell’oggi in prospettiva del domani». E così le ha presentate il segretario diocesano di Ac Moris Baldi parlando delle tre dimensioni sulle quali si snoderanno le iniziative: la storia, la profezia, i segni. La prima dimensione sarà declinata attraverso una mostra storica, un momento per “Ragazzi e giovani esploratori” che proporrà ai più giovani di indagare luoghi ed esperienze vissute e un revival musicale. Sulla dimensione “profetica”, la proposta spirituale di un’adorazione eucaristica itinerante nelle parrocchie della diocesi e un convegno su “Domanda di Spiritualità, proposta di fede: è ancora possibile?”. E poi i “segni”, legati all’identità francescana e alla figura del santo patrono d’Italia e dell’associazione e “nume tutelare” della terra reatina: un grande “Tau” realizzato con piante, che sta prendendo forma a Spinacceto, nei pressi di Greccio, da inaugurarsi nella festa del Poverello d’Assisi il 4 ottobre, e poi, l’8 dicembre, una speciale festa del tesseramento con la “Carta dell’adesione d’oro”.