Qualche volta le distanze avvicinano e le vicinanze allontanano

«“Stare almeno ad un metro di distanza” è diventata la parola d’ordine, quando esclusivamente per motivi di lavoro, o per andare a far la spesa, ci si imbatte negli altri. Per quanto giustificata, tale misura di sicurezza, appare innaturale ai nostri occhi. Gli esseri umani, infatti, amano il contatto. E il desiderio dell’incontro, dell’abbraccio, dell’unione stanno inscritti profondamente nel nostro essere».

È stata una meditazione sui temi dell’unione del distacco quella condotta di venerdì dal vescovo Domenico al termine della recita del rosario in diretta streaming dalla cappella della Madonna del Popolo. Un tema dunque, profondamente umano, al quale la crisi indotta dal Covid-19 solo una dimensione particolare. Perché «a pensarci, noi non siamo soltanto unione, ma anche il frutto di un distacco. Non è fuoriuscendo dal seno materno che ci si affaccia alla vita? E non è il taglio del cordone ombelicale il segno di una nuova identità distinta dalla madre?». Stando così le cose, «la distanza ‘obbligatoria’ di questi giorni», per quanto innaturale, può aiutare a riscoprire alcune cose.

Mons Pompili ne ha indicate tre: la prima è che «una certa distanza serve a non assorbire o a non farsi assorbire dall’altro; insomma a rispettare gli altri nella loro inevitabile differenza, anche quando si tratta di figli o del coniuge». La seconda: «Le distanze qualche volta avvicinano e le vicinanze allontanano. Se si vuol salvare la libertà e, perfino, l’amore non basta solo unione né solo distanza, ma ci vogliono l’una e l’altra, ben miscelate». La terza: «Anche nella fede cristiana la tensione unitiva che culmina nella comunione al corpo e al sangue del Signore convive con la sistematica differenza tra l’uomo e Dio, permanendo uno scarto tra quello che l’uomo percepisce di Dio e quello che Lui è».

Tre intuizioni dalle quali don Domenico ha tratto un consiglio spirituale, espresso con le parole da un aforisma di Dietrich Bonhoeffer: «Chi non sa star da solo si guardi dallo stare insieme agli altri E viceversa: chi non sa stare con gli altri, eviti di starsene da solo».