Papa Francesco apre il Sinodo: non lasciare i giovani «nelle mani di tanti mercanti di morte. No a conformismo, precarietà, esclusione e violenza»

«Uniti nella speranza cominciamo un nuovo incontro ecclesiale capace di allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita».

È la consegna del Papa ai 267 padri sinodali che da oggi si riuniranno per il Sinodo sui giovani, in programma in Vaticano fino al 28 ottobre.

«La speranza ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del ‘si è sempre fatto così’, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano», le parole di Francesco: «La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi».

«I giovani, frutto di molte delle decisioni prese nel passato, ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno e a lottare contro ciò che in ogni modo impedisce alla loro vita di svilupparsi con dignità», lo scenario delineato dal Papa: «Essi ci chiedono ed esigono una dedizione creativa, una dinamica intelligente, entusiasta e piena di speranza, e che non li lasciamo soli nelle mani di tanti mercanti di morte che opprimono la loro vita e oscurano la loro visione».