Nessuno si salva da solo

Tutto è connesso, è la frase emblema della Laudato si’.

«È l’assioma – ha detto il vescovo Domenico – dal quale tutta la proposta di papa Francesco può essere compresa. Un messaggio chiaro e potente in un’epoca frammentata che ci ha resi disumani e fragili, il cui significato però non è tutto e connesso là fuori, ma io sono legato ad ogni persona e ogni cosa, implicato direttamente, che voglia riconoscerlo oppure no».

«Il coronavirus è stato da questo punto di vista un brusco risveglio da quella becera persuasione che ognuno se ne sta per prorio conto: ci siamo invece resi conto nostro malgrado che tutto è connesso, e che ciascuno dipende dall’altro. A questo proposito il quarto capitolo della Laudato si’ afferma che non ci sono due crisi separate, una ambientale e l’altra sociale, ma una sola e complessa crisi socio-ambientael».

«Non si può dunque ingenuamente pensare di affrontare prima una crisi e poi l’altra: le due vanno infatti affrontate insieme. Andare verso città vivibili e non verso discariche umane, verso aree interne integrate e non lande periferiche desolate, richiede di muoversi verso un piano organico ed integrato. Non bisogna insomma trovarsi di fronte ad un out out, come accade a Taranto, dove bisogna scegliere se morire per via dell’inquinamento che produce la ex Ilva o se morire di fame perchè questa grande realta industriale è costretta a chiudere. Un’alternativa di fronte alla quale non ci si può trovare, perchè occorre risolvere insieme i problemi, quelli ambientali e quelli socio-economici».

«Questo significa – in concreto – assumere una logica integrale, e riscoprire il bene comune. Purtroppo la nostra generazione si è concentrata troppo sui diritti individuali, perdendo di vista la serie dei beni comuni e dei doveri sociali. Ma in virtù del tutto è connesso nessuno può pensare di salvaguardare il proprio bene particolare se non ci diamo cura di salvare ancor prima il bene comune. Non si può pensare di star bene in salute se il mondo intorno a noi è ammalato! Di questa riscoperta fa parte anche la giustizia tra le generazioni, perchè non possiamo spendere né indebitarci per poi lasciare a chi verrà di noi di ritrovarsi nelle pesti».

«Tornano profetiche le parole già molto ascoltate di un visionario politico pugliese, Aldo Moro – ha concluso monsignor Pompili – che diceva: Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere».