Accogliere, proteggere promuovere, integrare

È stata una bella domenica di sole quella che ha visto celebrare nel centro storico di Rieti la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Un evento promosso in sinergia dalla sinergia tra Servizio Migrantes e Caritas diocesana in collaborazione con il Comune di Rieti e il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi).

In piazza Cesare Battisti ha trovato posto una mostra-mercato di arte e artigianato dal mondo, insieme ad alcuni stand gastronomici, oltre a laboratori per bambini e spettacoli di teatro, musica e danza. Durante l’evento si sono svolti momenti di condivisione di vario genere, con ballerini, artigiani, musicisti e cuochi di diverse nazionalità e culture. Seguendo il tema generale “Non si tratta solo di migranti” si è cercato di creare un momento di confronto e divertimento, che possa nutrire la consapevolezza di ognuno, rispetto la fortuna di vivere in un mondo plurale e continuamente in movimento.

Un obiettivo da perseguire anche attraverso il cibo della cena etnica, con il profumo le spezie che ha raccontato il gusto e il modo di vivere di paesi lontani. E poi attraverso la musica, il ritmo dei tamburi, che ha scandito i tempi della giornata, i suoni degli strumenti etnici. Particolarmente prezioso, in questa direzione, il coinvolgente concerto conclusivo del Baobab Ensemble, con Stefano Saletti e Barbara Eramo, che hanno commosso cantando una soprendente versione di Baba Yetu, ovvero il Padre nostro in lingua swahili, in ricordo dei profughi che nei barconi tentano di raggiungere disperatamente l’Occidente scappando dalla fame, dalla violenza, dalle dittature.

Pregevole anche la performance pomeridiana del duo composto da Silvia Balossi (Voce e Kora) Luca Natali (Voce, Hang e Didjeridu). Un piccolo ensemble etnico che è ormai un partner stabile delle iniziative promosse dal settore migranti della Caritas diocesana. A loro, ad esempio, si deve l’animazione musicale dell’appuntamento di preghiera interreligiosa vissuto in piazza San Francesco lo scorso giugno. Con l’aggiunta di percussioni africane, lo sfondo del suono dolce e vibrante dello hang di Luca, ha dato ritmo alle storie africane narrate da Silvia e alla danza di Ilaria Nobili e Giorgia Rubera, eseguite con la collaborazione della Compagnia teatrale “Il Pipistrello”.

Tanti momenti ben organizzati di una iniziativa partecipata, che segna un buon inizio per il cammino da compiere per seminare una cultura accogliente e consapevole sul complesso tema delle migrazioni.