Le cinque marce in più delle donne nel Vangelo e delle suore oggi

Sono cresciuto tra le suore nel mio paese ed ho sempre percepito che la loro presenza garantisce quel principio femminile che nella società come nella chiesa talora e' ancora carente. Delle donne invece c'è bisogno oggi come sempre per alcune ragioni che la lettura del Vangelo lascia intuire tra le righe.

Anzitutto, le donne appaiono al seguito del Maestro come coloro che 'servono'. L'episodio della guarigione della suocera di Pietro mostra che dopo essersi rimessa in salute, senza alcuna pausa per la convalescenza, passa immediatamente a servire. Le donne servono senza mai essere servili perché nel loro Dna c'è quel senso si accudimento e di cura senza di cui l'umanità si svilisce.

Le donne sono pure quelle che appaiono distaccate dal potere diversamente dagli apostoli e non si perdono dietro a inutili polemiche sui primi posti. Vanno al sodo e non si trastullano intorno al ruolo, ma mostrano di badare al concreto.

Le donne sono 'testimoni della resurrezione', dopo essere state le uniche a seguire Gesù fin sotto la croce. Per questo all'alba della Pasqua vanno al sepolcro e sono sorprese da quello che certo non attendevano. L'aver condiviso fino in fondo la sofferenza le ha rese pronte ad accogliere la novità del Risorto perché non crede alla resurrezione se non chi è passato attraverso lo scandalo della croce. Le donne sanno che cosa significa la fragilità perché hanno in dotazione con il dono della maternità una straordinaria energia nell'affrontare le difficoltà e non recedono, ma accompagnano.

Le donne sono le uniche che tengono testa al Maestro e gli fanno cambiare idea. Emblematico e' l'incontro con la donna siro-fenicia che chiede un aiuto e viene sorprendentemente allontanata dal Maestro che se ne esce dicendo che non si devono dare le perle ai cani. Ma ella non si scoraggi e replica che perfino i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni. A quel punto Gesù vacilla e riconosce di non aver mai incontrato tanta fede in Israele.

Le donne, infine, sono lodate da Gesù. Come la vedova che mette due spiccioli nel tesoro del tempio ma Gesù osserva che ha messo più di tutti gli altri. Perché non ha dato del superfluo, ma tutto quello che aveva.

Chiunque sapendo tutto questo non può fare a meno della forza delle religiose. Esse sono serve senza mai essere servili; sono concrete senza mai essere praticone; sanno infondere fiducia perché conoscono il dolore; sono coraggiose e mai rinunciatarie; sono esempi da imitare è mai da evitare. La Chiesa non può fare a meno di esse e anzi trova che solo nella loro presenza la sua realtà si rivela accogliente, prossima, disponibile, positiva, esemplare. Con questa persuasione nel cuore l'augurio e' che sempre di più il carisma delle religiose sia riconosciuto e apprezzato. Ne va della identità stessa della Chiesa che è madre, cioè donna.