La Processione dei Ceri tornerà nella sua forma originale. Ora guardiamo alle persone in difficoltà

È stato celebrato nella basilica di Sant’Agostino il Pontificale presieduto da padre Raniero Cantalamessa in occasione del Giugno Antoniano. Al termine della liturgia, nel ringraziare il cardinale per «aver reso presente con la sua parola sapiente e carismatica il dono della predicazione», mons Pompili ha salutato anche i tanti che si sono ritrovati nella chiesa e nel chiostro di piazza Mazzini per vivere insieme il mese di festeggiamenti.

Il vescovo ha indicato un parallelo tra sant’Antonio e padre Raniero: «come, infatti, davanti a Gregorio IX, sant’Antonio tenne le sue prediche, così Lei è da decenni il predicatore della Casa Pontificia. E stasera con la sua presenza amabile e discreta ha indirizzato i nostri cuori a “toccare” la santità di un uomo che è da secoli il riflesso trasparente della santità di Dio».

E a proposito del “toccare”, mons Pompili è tornato sul tema della mancata processione: ringraziando le autorità per l’impegno speso e per aver convenuto che fosse il caso di rinunciare. Ad «una valutazione più oculata – ha detto il vescovo – va riconosciuto che una processione… senza la processione è una contraddizione in termini, tale da generare una delusione ben peggiore di quella che patiamo ora».

Bene che tutto sia rinviato «a pandemia conclusa realmente e globalmente»: solo allora «torneremo a vivere l’antica processione dei ceri nella sua originale espressione di pietà popolare che neanche le trasformazioni degli ultimi decenni è riuscita a modificare».

Nell’attesa, don Domenico ha invitato all’impegno per scongiurare alcune “processioni secolari”, altrettanto impregnate dall’inedita crisi sanitaria ed economico-sociale: «la processione di quelli che cercano lavoro, la processione dei poveri alla mensa di Santa Chiara, la processione dei drogati e degli spacciatori; la processione dei ludopatici davanti alle slot machine e ai “gratta e vinci”, la processione dei debitori e degli usurai, la processione degli anziani che hanno bisogno di cura e di sostegno».

«Preghiamo – ha concluso il vescovo – sant’Antonio perché ci si attivi tutti, ai diversi livelli, per scongiurare queste inutili “processioni” e così il prossimo anno vivere in pienezza il senso autentico della festa di Sant’Antonio. Sarebbe il segno che siamo veramente fuori da una emergenza che mai avremmo immaginato di vivere».