La Novena di Natale

La Novena di Natale si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale cioè a partire dal 16 dicembre fino al 24: comprende vari elementi, molto utili ad aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla festa della nascita del Salvatore.

Le novene sono annoverate tra i “pii esercizi” che, come leggiamo nel n. 13 di Sacrosanctum Concilium, «devono essere in armonia con la sacra liturgia, trarre da essa ispirazione e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, condurre il popolo cristiano». Seguendo queste indicazioni del Concilio Vaticano II si potrebbe pensare di inserire la Novena di Natale nella liturgia del Vespro, magari aggiungendo, dopo la lettura breve, alcuni testi adatti. Potrebbe essere, ad esempio, l’occasione per rileggere la lettera apostolica Admirabile signum che papa Francesco firmò nel santuario di Greccio il primo dicembre 2019.

La Novena di Natale fu celebrata per la prima volta nel 1720, in una casa dei Missionari Vincenziani e in seguito si diffuse grazie alle missioni popolari.

Fino al Concilio Vaticano II la novena di Natale si celebrava in latino, e iniziava con il canto delle profezie. Le antifone al Magnificat di questi giorni sono particolarmente belle soprattutto se cantate con la melodia gregoriana. Le loro iniziali, lette in senso inverso, formano l’acrostico: ERO CRAS che vuol dire “domani sarò tra voi”. Il Salvatore viene invocato con diversi nomi: Sapienza, Adonai, Radice di Iesse, Chiave di Davide, Astro che sorge da oriente, Re delle genti, e infine Emmanuele, Dio-con-noi. Tali antifone sono anche conosciute come Antifone “O”, dalla vocale con cui hanno inizio. Sul tipo delle antifone “O”, che nei libri liturgici romani sono sempre 7, altre chiese ne composero delle analoghe, contandone 9 e anche 12. In esse è espresso non solo il profondo desiderio messianico dell’Antico Testamento ma, in maniera espressiva, viene cantata la supplica per la venuta di Gesù, l’eterno Presente nella storia degli uomini.

Varie sono le immagini simboliche che alimentano la gioia dell’attesa nella Novena: Gesù verrà come luce, come pace, come rugiada, come dolcezza, come novità, come Re potente, come dominatore universale, come bambino, come Signore giusto.

L’ultima antifona invoca il Salvatore come l’Emmanuele annunziato dal profeta Isaia: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). In Maria si adempiono le antiche promesse, il Messia atteso dai popoli entra nella storia grazie al “sì” fiducioso di una donna che aderisce totalmente alla parola del Signore. Colui che i cieli non possono contenere si fa circoscrivibile nel grembo della Vergine Maria. Il Bambino che nasce è il Salvatore, manifestazione della tenerezza del Padre per l’umanità.

 

Padre Ezio Casella, direttore Ufficio Liturgico Diocesano