La Chiesa celebra San Domenico: «vigilante, paziente, fedele»

“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Inizia con le parole del Maestro l’omelia dei monsignor Pompili in onore della festività di San Domenico torna a essere officiata nel giorno in cui la Chiesa universale fa memoria del fondatore dell’Ordine dei predicatori.

«Al tempo di san Domenico la Chiesa rischiò di diventare insipida: persa in continue lotte di potere mentre l’eresia dei catari prendeva il sopravvento. Domenico, il dolce spagnolo, capisce che è inutile ogni richiamo alla riforma se non passa attraverso la gioia del Vangelo. E si dedica così anima e corpo all’evangelizzazione. Egli vuole una predicazione di frontiera che vada incontro ad eretici e pagani e riesce a trovare un linguaggio fresco e convincente. In tal modo fa regredire il secolarismo dei suoi tempi che era fatto di battezzati ormai senza identità e di una chiesa lontana dai cambiamenti».

Il vescovo Domenico ha richiamato l’assemblea al prossimo incontro pastorale di settembre, dedicato al ritrovamento della “dimensione sociale del Vangelo”:  «Anche oggi ci vorrebbe un san Domenico che ci aiuti a ritrovare il fuoco dell’evangelizzazione e ci metta a contatto con la carne viva della società di oggi».

Una celebrazione partecipata a distanza di un anno dalla festosa riapertura del tempio, rimasto chiuso per diversi mesi in seguito alle scosse sismiche del 2016 e del 2017 con una liturgia che tratta la ricorrenza come memoria obbligatoria, ma celebrata a Rieti  con il grado di solennità in quella che per quasi sette secoli è stata la casa dei domenicani in città. Il rito, preparato dall’Ufficio Liturgico affidato alla guida di padre Ezio Casella, è stato animato dal coro della diocesi, la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti» diretta dal maestro Barbara Fornara.

«Il testamento di Paolo – ha concluso il vescovo – diventa il ritratto di san Domenico: vigilante, paziente, fedele. La fedeltà, benintesa, non è la sciatta e stanca ripresentazione dello stesso, ma è lasciare libera la verità di permeare ogni angolo di vita umana: è una fedeltà creativa. Allora verrà da sé quello che attende il mondo: la luce che rischiara il buio. Per questo l’evangelizzazione è l’annuncio della buona novella che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Di questo siamo grati a san Domenico».

Per l’occasione, monsignor Pompili ha anche nominato il nuovo Rettore della chiesa di San Domenico, monsignor Luigi Aquilini.