Il vescovo Domenico per il Giugno Antoniano: «nella vita per crescere bisogna diminuire»

Coincide con la Solennità della Natività di san Giovanni Battista il giorno più atteso del Giugno Antoniano Reatino.

Un’occasione che ha visto il vescovo partire dal racconto evangelico per ricordare che «la vita non nasce da sé, non ha sé come destino, ma appartiene a qualcosa di più grande, ed è questo qualcosa più grande che ci costituisce».

Un dato, che oltre suscitare «una gratitudine immensa per esserci», mette al riparo dal «diventare pretenziosi e insoddisfatti. Al punto che oggi qualcuno sembra passare dal “Lei non sa chi sono io…” al ”Lei non sa che… sono Dio!…”».

«L’evangelista Luca – ha notato monsignor Pompili – si dilunga sugli episodi della nascita di Giovanni il Battista, stabilendo un preciso parallelo con i racconti dell’infanzia di Gesù. In particolare l’imposizione del nome: non quello scontato del padre, cioè Zaccaria, ma quello insolito di Giovanni che significa “Dio ha fatto grazia”. Giovanni, dunque, sta a dire che Dio entra nella vita di ognuno e la cambia».

Ma la grazia di Dio, ha aggiunto il vescovo, «è sempre “a caro prezzo”, cioè è un dono che esige di spendersi e non di conservarsi. Proprio come il Battista che non esita a fare un passo indietro pur di far crescere il Maestro».

Occorre cioè aprirsi a un paradosso: «per crescere nella vita bisogna diminuire. Bisogna cioè che l’io si affini, ceda il passo, si apra all’incontro con l’altro, cioè si spenda e non si conservi».

In questo è di esempio sant’Antonio, cresciuto fino a diventare un riferimento per tanti: «da Coimbra, passando per la Sicilia fino a Padova. Ma non è stato il suo un girovagare, ma “un fortificarsi nello spirito”, cioè un irrobustirsi interiormente dinanzi alle durezze della vita. Crescere coincide con questo invisibile sviluppo interiore che ci rende persone che non subiscono gli eventi, ma li orientano, a partire dalla fede che rende la vita un miracolo sempre nuovo e sorprendente».