Giornata delle Comunicazioni Sociali: visita del vescovo Domenico alla Telpress

Lo scorso 11 maggio, il vescovo Domenico, accompagnato da don Valerio Shango, direttore dell’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro, è tornato a fare visita alla Telpress di Rieti, in occasione ciclo di benedizioni pasquali alle attività produttive.

L’occasione ha visto mons Pompili mettersi in ascolto della dirigenza dell’azienda, che lavora nel settore delle tecnologie per l’informazione e dei servizi di media monitoring. Nata nel 1983, Telpress riscuote un notevole successo e ha sempre portato avanti una politica di innovazione tecnologica, come quando, a fronte della crisi dei giornali e delle agenzie di stampa iniziata nei primi anni 2000, crea un sistema di digitalizzazione e messa in rete per la produzione di rassegne stampa personalizzate, non solo a partire dai giornali di carta, ma monitorando anche l’informazione televisiva e on-line.

Un servizio puntuale e accurato, ma anche delicato, e non solo dal punto di vista tecnico. La visita del vescovo è infatti avvenuta in coincidenza di un black-out che aveva portato inquietudine tra i lavoratori, essendo il servizio legato a improrogabili esigenze di puntualità, immediatezza, velocità. Ma don Domenico, oltre a incoraggiare gli operatori e a complimentarsi per la capacità dell’azienda di resistere a dispetto del difficile momento sul territorio, ha ricordato che la produzione di materiale legato all’informazione deve sempre seguire criteri di verità, riprendendo in questo il tema dell’imminente Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, celebrata domenica 13 maggio, e che quest’anno ha è stta condotta sul tema «Fake news e giornalismo di pace».

Dopo la benedizione, e al termine della visita, il presidente della Telpress, Pasquale D’Innella Capano ha donato al vescovo il libro L’informazione che vorrei, curato da Ruben Razzante.

Il volume affronta le criticità attuali del mondo dell’informazione digitale, delinea le priorità dei prossimi anni e intende offrire stimoli e soluzioni ai decisori istituzionali, al management delle imprese editoriali e alle categorie professionali coinvolte, ma anche chiavi di lettura ai cittadini affinché possano sentirsi parte in causa nei processi radicali di trasformazione che interessano il mondo dell’informazione, soprattutto in Rete.

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