È primavera, il tempo esteriore dovrà aiutare l’umore interiore

«È arrivata la primavera. Ma chi se n’è accorto? Non solo perché oggi il cielo è stato nuvoloso, con un calo drastico della temperatura. Ma soprattutto per via di uno stato d’animo diffuso, che è come “sospeso”. È iniziata, in effetti, una primavera insolita da ricordare, in quanto invisibile ai nostri occhi come il virus che ci inquieta. Una primavera che non potremo vedere, né salutare, se non da lontano». Così mons Pompili nella breve meditazione che come di consueto ha concluso la quotidiana recita del rosario, in diretta streaming dalla Cappella della Madonna del Popolo in Cattedrale.

«Mai come quest’anno – ha notato il vescovo – il tempo esteriore dovrà aiutare l’umore interiore. A condizione di conservare, a dispetto delle notizie e delle paure, uno sguardo poetico che coglie nel risveglio della natura presagi di ben altra e decisiva portata». Don Domenico ha citato un testo del poeta Kahlil Gibran:

la poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire. Quando il mio cuore gronda per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio. Quando sono diventato così impenetrabile che neanche l’aria riesce a passare.

L’appiglio è letterario, ma «Non c’è solo la poesia ad aprire i nostri occhi. C’è, fortunatamente, anche la fede cristiana, visto che non a caso la data della pasqua viene determinata dall’equinozio di primavera. In effetti, dopo l’inverno, la durata del giorno e della notte, tornano ad equivalersi e, in seguito, la luce prende il sopravvento sul buio. La strada da percorrere è quella di esporsi alla luce, lasciarsi, cioè, attraversare dalla luminosità del vangelo e dei piccoli gesti quotidiani. Ne guadagnerà di sicuro il buonumore e la fiducia, come quando si vive dentro ambienti esposti al sole. E quando ci sarà permesso usciremo finalmente incontro a quel che resta di questa insolita primavera».