Due nuovi diaconi per la Chiesa di Rieti: la gioia di Maurizio e Vincenzo

L’intreccio tra cielo e terra, tra fisicità e spirito, tra vita terrena ed eternità, evocato dalla festa che celebra l’Assunzione di Maria in cielo in corpo e anima, il vescovo Domenico lo ha indicato a Maurizio Iorio e Vincenzo Ianniciello come un riferimento per il loro impegno di ministri ordinati: «Siete da oggi chiamati a servire la causa dell’uomo in nome del Vangelo che annuncia non il post-umanesimo, ma l’uomo salvato da Dio in Gesù Cristo».

Nell’omelia della Messa celebrata a Sant’Agostino alla vigilia dell’Assunta, nella quale si è svolta l’ordinazione diaconale dei due seminaristi, monsignor Pompili ha augurato loro di essere «operai volenterosi e intelligenti disposti a mettersi sulla strada di Maria: Ella è “la porta del cielo” e insieme “la terra del cielo” perché grazie a Lei questa terra non più chiusa in sé stessa, ma aperta all’autentico compimento che solo da Dio è legittimo attendersi».

Poco prima, nell’abside dalla basilica agostiniana che ha ospitato la solenne celebrazione (essendo la Cattedrale, in questi giorni, parzialmente occupata dal cantiere del restauro), Vincenzo e Maurizio si erano posti dinanzi al vescovo, circondato da diversi presbiteri, per il rito di elezione, presentati da don Benedetto Falcetti come idonei ad accedere al diaconato. Lui e don Paolo Blasetti sono stati i due sacerdoti reatini a seguire più da vicino i due seminaristi che da Ascoli Piceno – diocesi che ha retto per un anno come amministratore apostolico – Pompili ha accolto nella Chiesa reatina.

Nelle sue mani i due ordinandi hanno promesso «filiale rispetto e obbedienza», dopo aver pronunciato gli impegni diaconali e anche l’impegno del celibato, in vista della successiva tappa del sacerdozio. Al canto delle Litanie dei santi si sono prostrati a terra, prima che monsignore imponesse su di loro le mani, per poi pronunciare la preghiera di ordinazione. Rivestiti di stola e dalmatica e ricevuto simbolicamente il libro dei Vangeli, Maurizio e Vincenzo sono poi saliti all’altare per esercitare per la prima volta l’ufficio diaconale.

Al termine della celebrazione, prima del festeggiamento – concluso da immancabile torta e spumante – nel cortile della parrocchia San Michele Arcangelo, l’indirizzo di saluto dei due ordinati, che hanno voluto ringraziare innanzitutto monsignor Pompili che «ci ha trattati da padre: grazie perché non ci ha legati a lei ma ci ha inseriti in una famiglia diocesana». Un grazie anche ai confratelli del clero reatino per averli «accolti con empatia: siamo lieti di far parte di questa Chiesa particolare».

Il grazie di Vincenzo e Maurizio anche alle loro famiglie, presenti al rito assieme a diversi altri amici venuti da fuori, in particolare dalla loro nativa terra campana, e alle rispettive parrocchie di origine, ma anche alle due parrocchie reatine nelle quali si sono inseriti (per Vincenzo l’unità pastorale Cattedrale-Santa Lucia, oltre all’impegno nella cappellania del carcere assieme a don Paolo e suor Gertrude, per Maurizio la parrocchia del Borgo accanto a don Benedetto assieme all’aiuto prestato in Curia negli uffici tecnici), comunità che «ci hanno fatto sentire davvero a casa».