Don Sciortino al Forum delle Comunità Laudato si’: «Intercettare la sensibilità ecologica dei giovani»

Dopo l’assaggio flash a fine mattinata, don Antonio Sciortino è il primo a prendere la parola nella sessione pomeridiana della giornata amatriciana delle Comunità Laudato si’. È lui infatti, come aveva confessato, il “colpevole” del fatto che il presidente di Slow Food, Carlo Petrini – che poi col vescovo Pompili ha lanciato il progetto delle Comunità radunate in questo secondo forum – si sia innamorato dell’enciclica di papa Francesco, quando, da direttore di «Famiglia Cristiana», lo aveva chiamato a commentare l’enciclica appena uscita, nell’edizione offerta ai lettori del popolare settimanale. «Con tutti i teologi che ci sono doveva affidare l’introduzione proprio a un prete?», scrissero al direttore. «Evidentemente non avevano ancora letto l’enciclica, che è davvero universale», dice il sacerdote paolino che ora dirige «Vita pastorale», rivista sempre della San Paolo, e segue anche come editorialista la «Gazzetta d’Alba».

Proprio in seno al settimanale diocesano piemontese creato da don Alberione, il beato fondatore della Famiglia Paolina, è nata un’esperienza di Comunità Laudato si’. Quel legame con Petrini e l’amicizia col vescovo Pompili lo ha dunque portato a seguire questo progetto, ispirato a quell’enciclica di cui, dice don Sciortino, «non tutti o non ancora hanno compreso la portata rivoluzionaria. Qualcuno l’ha declassata a “enciclica ecologica” o “enciclica verde”, non percependone la forte portata sociale, in continuità con la migliore tradizione del magistero sociale dei Papi» dalla Rerum novarum in poi. Della Laudato si’, afferma il sacerdote paolino, «non si è colta la forza innovativa e rivoluzionaria» che sta in quel concetto di ecologia integrale che esprime, spiega, una «stretta connessione tra la difesa della dignità della persona umana e dei suoi diritti e la difesa della terra e dell’ambiente. Papa Francesco ha unito il “grido dei poveri” che patiscono ingiustizie sociali al “grido di madre terra” che viene violata e devastata. L’ambiente umano e l’ambiente naturale, ci ricorda Francesco, o si salvano insieme o si rovinano insieme».

Ecco allora, afferma il prete giornalista, l’importanza che chi opera nel mondo dei media cristiani ne favorisca «una maggiore conoscenza, rimettendo in circolo dei concetti ormai desueti, come “casa comune”, “bene di tutti”, “famiglia umana”, “fraternità”. È indispensabile fare non solo opera di divulgazione, ma anche formazione, educazione continua». Questa è quella “conversione ecologica integrale che chiede il Pontefice, «è quella “cultura del prendersi cura”, che si compone di tante piccole azioni che assumono un grande valore civile, etico e politico».

Dinanzi alla sordità dei potenti della terra, e alla stessa politica italiana che «continua, colpevolmente, a ignorare il tema dell’ambiente e dei cambiamenti climatici», possono essere proprio le Comunità Laudato si’ «a fare la differenza», afferma Sciortino. Che spiega come gli stimoli di esse abbiano spinto anche il settimanale della diocesi di Alba a chiedersi che cosa si potesse fare per un’attenzione a questioni ecologiche di quel territorio: «Anche in Langa e Roero, dove viviamo, sono parecchi i problemi ambientali, come documenta ogni settimana il nostro giornale: dall’utilizzo di diserbanti ed erbicidi all’esclusione della biodiversità a causa delle monoculture, all’inquinamento dell’acqua e dell’aria, all’eccesso di produzione di plastica, ai boschi contaminati dai rifiuti, alle malattie che ne derivano». Di qui la decisione di lanciare una propria Comunità Laudato si’, «un gruppo senza limitazioni o restrizioni di credo religioso, orientamento politico, nazionalità ed estrazione sociale, che ha come obiettivo la tutela e la salvaguardia dell’ambiente». Gruppo che «punta molto sull’informazione, per accrescere la conoscenza e la consapevolezza di quanto male stiamo facendo alla “casa comune” e alle nostre vite», promuovendo diverse iniziative, come passeggiate ecologiche, cene di solidarietà e serate musicali (per raccogliere fondi da destinare al centro studi di Amatrice), letture commentate dell’enciclica, campagne di sensibilizzazione nelle scuole, conferenze mirate, oltre a servizi giornalistici specifici come quelli sullo stato di salute del fiume Tanaro o sulle problematiche del global warming e inchieste a tema (su raccolta differenziata, uso dei pesticidi, imballaggi della Ferrero…).

Per don Sciortino l’iniziativa delle Comunità «può intercettare la sensibilità ecologica in crescita, soprattutto nelle nuove generazioni» e rappresenta «un modo concreto e intelligente di rilanciare l’enciclica di papa Francesco, che molti vorrebbero depotenziare, infastiditi dalle sue denunce a una “economia che uccide” e a una “cultura dello scarto” che assoggetta l’uomo e l’ambiente al dio profitto».

Anche il prossimo Sinodo sull’Amazzonia è, dice il paolino, «un kairòs, un momento favorevole da cogliere» in cui si affronteranno «non solo i “nuovi cammini” per la Chiesa in quella regione, ma il tema importante, fondamentale dell’ecologia integrale. Con tutti i problemi che ci riguardano, questo sinodo riguarda tutti noi, tutte le Chiese, perché i problemi di cui si tratterà, deforestazione, isolamento degli indigeni, corruzione… sono temi che dobbiamo fare nostri, una sfida planetaria che ci riguarda tutti».