«Conoscersi per scoprirsi più vicini». Celebrato il secondo momento di preghiera per l’unità dei cristiani

Secondo appuntamento ecumenico nella Settimana pro unitate. L’ottavario di preghiere per l’unità dei cristiani ha visto stavolta gli ortodossi ricambiare l’ospitalità ricevuta, assieme ai protestanti avventisti, domenica in Cattedrale.

Ed è quindi toccato alla comunità ortodossa romena accogliere i “fratelli separati” nel loro luogo di culto, nel quale poi sono loro stessi a ricevere fraterna ospitalità dalla locale Chiesa cattolica: sin dall’inizio della costituzione a Rieti di una parrocchia facente capo all’eparchia d’Italia della Chiesa romeno-ortodossa per i diversi cristiani provenienti dalla Romania che vivono nel capoluogo sabino e dintorni, è stata la diocesi a dare in prestito alla comunità – in attesa che possa edificare il proprio complesso parrocchiale – prima la chiesa di Santa Lucia, poi, resa questa inagibile dal terremoto, la chiesetta della Madonna dell’Orto (mentre per le maggiori festività, in cui il numero dei fedeli frequentanti i sacri riti è più ampio, sono soliti utilizzare il salone parrocchiale di Regina Pacis).

Nella pieve rurale delle Porrara, che la comunità ha arricchito con le icone tipiche della spiritualità orientale, sono dunque intervenute le rappresentanze di cattolici e protestanti, presente il vescovo monsignor Domenico Pompili (assieme al parroco – e direttore dell’ufficio diocesano che si occupa di missioni ed ecumenismo – don Marco Tarquini) e il pastore della Chiesa cristiana avventista Daniele Benin, accolti dal parroco ortodosso padre Constantin Holban.

Quest’ultimo ha presieduto la preghiera del Vespro, celebrato nella sublimità e solennità della liturgia d’Oriente, con i testi appositamente tradotti in italiano così da permettere a tutti di poter seguire la preghiera. Al termine gli interventi del vescovo Domenico, che ha sottolineato l’importanza della conoscenza reciproca tra le varie confessioni cristiane, auspicando che non solo nella speciale settimana dedicata a gennaio ma anche durante l’anno si possano trovare occasioni di incontro, perché «più ci si conosce, più calano i pregiudizi e le incomprensioni» tra i battezzati, e del pastore Daniele, che richiamando un versetto dei salmi cantati che invocava pace nella città degli uomini e lo slogan della Settimana per l’unità “Cercate di essere veramente giusti”, ha espresso l’auspicio che la collaborazione tra i credenti in Cristo possa contribuire a costruire, nel concreto della città di Rieti, la pace e la giustizia.

Per ultimo ha parlato il pope della comunità ospitante: padre Constantin ha ricordato che nella realtà reatina sono circa 800 i cristiani seguaci dell’ortodossia, inseriti nel tessuto lavorativo cittadino e che si sentono ormai italiani, visto che la maggior parte delle famiglie sono ormai radicate in Italia e i figli nati qui: ma al contempo è importante, ha sottolineato il sacerdote, mantenere il legame con la tradizione ortodossa e le radici culturali e di fede che costituiscono un patrimonio prezioso e un arricchimento anche per la società occidentale in cui si è inseriti.