«Come trasformare la Chiesa»: il vescovo convoca l’Incontro Pastorale

Ha parlato di quel «Vento nuovo, fresco e rigenerante che è il vento dello Spirito», il vescovo Domenico, in occasione della veglia di Pentecoste, a partire da come esso «viene in aiuto alla nostra debolezza, che forse mai come negli ultimi tempi abbiamo sperimentato». Una debolezza che tuttavia non va legata al periodo, ma riconosciuta come un tratto proprio dell’esistenza, della realtà stessa della vita, denunciata dalla «cicatrice indolore» dell’ombelico, che «ricorda all’uomo di essere nato prematuro e di aver perciò bisogno di essere preso in cura dagli altri». La debolezza è un fatto indiscutibile della condizione umana, ma «è anche una risorsa se, come si usa dire oggi, si trasforma in resilienza, che è la capacità di continuare a proiettarsi nell’avvenire pur in presenza di situazioni destabilizzanti, di condizioni difficili, di traumi a volte molto duri».

Ed è proprio lo Spirito a rendere resilienti, a suscitare la forza dell’animo, a fare appello alle forze interiori quando il dolore fa presa sull’esistenza. Un moto che è l’essenza stessa della fede: essa è infatti capacità di affidamento, volontà di vita e di relazione. Ed è in stretta relazione con la gioia, che cresce con la fede, insieme alla speranza è alla carità che sono tipiche di chi vive in Dio. «Il credente – ha notato il vescovo – è energico, sollecito, pronto ad agire»: un tipo umano assai diverso da chi è sopraffatto dalla tristezza, che è causa ed effetto di infiacchimento. Un sentimento «sfiduciato, senza speranza e perfino pigro» serpeggia nel nostro tempo e il contributo decisivo che i cristiani possono offrire al mondo, è proprio quello di testimoniare gioia e capacità di reazione.

Con questa prospettiva in mente, il vescovo ha quindi convocato per il prossimo 3 settembre l’Incontro Pastorale della diocesi di Rieti, sul tema Come trasformare la Chiesa: «non sarà un momento di auto analisi, ma una forma di discernimento comunitario per ritrovare la sorgente della vita cristiana che, come stiamo sperimentando questa sera, è lo Spirito Santo, il cui il segno indelebile e la gioia».

Il progetto è quello di svolgere l’Incontro Pastorale prima tutti insieme a livello diocesano, poi a livello di zone pastorali e quindi ciascuno all’interno della propria parrocchia. Lo scopo è quello di risalire alla sorgente e alla forma originaria della Chiesa nel suo essere espressione della cura che Dio ha per l’umanità: «per risollevarla dalla tristezza e riaprirla alla gioia».