Adorare, un gesto d’amore che cambia la vita

Nell’antichità il termine epifania o teofania si riferisce all’arrivo di un re o di un imperatore. Lo stesso termine serviva ad indicare l’apparizione di una divinità o un suo intervento prodigioso. Le origini dell’Epifania le troviamo in Egitto.

La testimonianza più antica è di Clemente Alessandrino agli inizi del III secolo. Un accenno è offerto dalla prima lettera pasquale di sant’Atanasio dell’anno 329. Ma soltanto Cassiano dopo il 420 ha una testimonianza esplicita. In Egitto l’Epifania celebrava sia il battesimo di Gesù che la sua nascita. La scelta del 6 gennaio è influenzata da una festa pagana. Ad Alessandria d’Egitto infatti i pagani, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, celebravano il giorno natalizio del dio Eone, dio del tempo e dell’eternità. Con una cerimonia solenne era attinta e conservata l’acqua del Nilo. Nel V secolo troviamo la festa dell’Epifania anche a Roma e il tema di questa festa, secondo le omelie di Leone Magno, è la visita dei Magi, intesa come manifestazione alle genti della divinità di Gesù. Presto all’episodio dei Magi si unì anche il ricordo del battesimo di Gesù e il suo primo miracolo a Cana.

Nell’attuale liturgia romana l’Epifania conserva il suo caratteristico senso di manifestazione alle genti di Cristo che è la luce del mondo. Gli episodi del battesimo di Gesù, delle nozze di Cana, insieme a quello dei Magi, sono ricordati nell’antifona al Magnificat dei vespri del giorno: «Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i Magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia». Noi siamo chiamati in questo giorno ad offrire come i Magi l’oro delle nostre opere buone, l’incenso della nostra preghiera, la mirra dei nostri sacrifici.

Gesù vuole fare di tutti i popoli della terra una sola famiglia. Domandiamo dunque perdono per tutte le barriere che abbiamo innalzato, per tutti gli steccati che ci separano.

Padre Ezio Casella, diretttore Ufficio Liturgico diocesano.

“L’Adorazione dei Magi”, Lorenzo Monaco, 1420-1422, Museo degli Uffizi di Firenze.