Ad Amatrice la situazione si legge anche con i numeri

L’azione di solidarietà della Chiesa di Rieti attraverso la Caritas, al di là della sua utilità immediata, ha permesso all’ufficio diocesano di disegnare una sorta di geografia sociale dell’area colpita dal terremoto, anche incrociando i propri dati con quelli raccolti da Croce Rossa e Comunità di Sant’Egidio

Tra gli interventi della Chiesa di Rieti sul fronte del terremoto non viene meno quello del sostegno alla popolazione attraverso la Caritas Diocesana. Un impegno portato avanti sia attraverso una costante azione materiale che in una logica di ascolto e ricognizione dei bisogni. Un doppio binario dalla cui sinergia sono scaturite soluzioni che vanno da piccoli interventi di sostegno e accompagnamento a opere impegnative come la fornitura di container a scopo abitativo.

Questo insieme di iniziative non può ovviamente fondarsi sull’improvvisazione o procedere in modo approssimativo. La concretezza stessa dell’azione della Caritas impone una piena conoscenza della realtà entro cui essa agisce, pure se in emergenza. Un insieme di informazioni che già a partire dai giorni immediatamente successivi al sisma del 24 agosto è stato raccolto attraverso le strutture ecclesiali presenti sul posto, e poi soprattutto grazie alla presenza costante degli operatori inviati sul territorio. Un impegno mai venuto meno, nonostante il proseguire delle scosse e le condizioni difficili dei giorni più freddi dell’inverno.

Un lavoro sul campo grazie al quale la Caritas Diocesana di Rieti, in sinergia con la Croce Rossa Italiana e la Comunità di Sant’Egidio ha potuto incrociare i dati ed elaborare un Quadro socio-demografico del territorio di Amatrice, differenziato per zona, tenendo conto del numero specifico della popolazione, dell’età evolutiva e dei nuclei familiari presenti. Una descrizione schematica, che tuttavia non rinuncia a prendere nota anche delle disabilità presenti in ogni zona descritta.

L’analisi è stata elaborata dai tre soggetti in un’ottica di collaborazione, al fine di ottimizzazione e aumentare l’efficacia degli interventi. Il documento torna però utile anche più in generale, per capire quale sia realmente la situazione nel comune terremotato anche in termini di densità abitativa.

Sono ad esempio 67 le persone, e 22 i nuclei familiari, censiti ad Amatrice paese, ma appena si guarda alle frazioni si scopre che in molti casi sono abitate solo da due o tre famiglie. Nelle diverse località si contano in media tra le 10 e le 25 persone, anche se non mancano eccezioni sia in positivo che in negativo. I due estremi sembrano essere Villa San Cipriano, dove abitano 100 persone in 35 famiglie, e Petrana, dove si registra un solo individuo.

Quanto alle fasce di età, sono dominanti quelle più avanzate, pur non mancando diverse presenze di bambini e ragazzi fino ai diciotto anni e di giovani fino ai trentacinque. Quello tracciato è ovviamente un quadro tutt’altro che stabile e in più di una frazione possono risultare leggermente imprecisi. Le variabili che intervengono nell’attuale contesto, del resto, ne modificano l’andamento e ricordando a tutti che quello creato dal terremoto è uno spaccato sociale in continua evoluzione.

Ciò detto, è anche vero che il Quadro socio-demografico descritto e aggiornato ai primi giorni di marzo rappresenta solo una prima fase del lavoro di analisi che Caritas Diocesana intende svolgere. Il progetto è quello di inquadrare la situazione dell’Amatriciano, mettendo a confronto il quadro socio-demografico prima del sisma con quello che emerge dalla successione dei tre terremoti del 24 agosto, del 30 ottobre e del 18 gennaio. Il tutto al fine di cogliere le reali criticità ed elaborare interventi che contribuiscano alla ricostruzione nel modo più efficace e vicino alla popolazione.